Immacolata Mar Apr 28, 2009 8:01 pm
Sono d'accordissima sul fatto che se non vengono prima eliminate le barriere mentali e quelle d'indifferenza contro i disabili, non verranno mai eliminate quelle architettoniche, perchè tutto funge da circolo vizioso e purtroppo mi dispiace dirlo, ma le discriminazione verso le persone disabili si estendono sempre più, a causa della società in cui viviamo. Cercando su internet, i disagi che i disabili sono tenuti ad affrontare, ho trovato una lettera scritta da famiglie di ragazzi disabili di diverse regioni italiane, che si sono rivolti al Presidente della Repubblica, in nome di ''Ecco cosa non funziona in Italia per i disabili''.
"Ci vogliono persone che vivono quotidianamente la disabilità e l'handicap per progettare e avere norme eque e giuste": è a partire da questa considerazione che un gruppo di genitori di ragazzi disabili di diverse regioni d'Italia si è riunito nel gruppo "Genitori tosti in tutti i posti" . Scrivono con l'esperienza di chi conosce da vicino i problemi della disabilità e può dire con cognizione di causa cos'è che non funziona in Italia, quali difficoltà e quali drammi debbano affrontare le famiglie che vivano quotidianamente a contatto con l'handicap. Ma soprattutto scrivono per denunciare "il mancato rifinanziamento di tutte le leggi a favore delle persone disabili o con handicap: la legge 13/89 sull'abbattimento delle barriere architettoniche; la legge quadro 104/92 per l'handicap; la 162/98 sull'assistenza alla disabilità gravissima e alla vita indipendente; la legge quadro 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali". Grave è poi, secondo il gruppo di genitori, la situazione sanitaria nel nostro Paese: " L'assoluta totale mancanza di Centri riabilitativi, Asl o convenzionati, che abbiano un senso, specie per i bambini. La Sanità sia in fase diagnostica, (le malattie rare, sempre più in aumento non vengono diagnosticate in tempo, e per molte di esse si potrebbe fare) che prognostica, è assolutamente carente: e i bambini muoiono nella più assoluta indifferenza lasciando nelle loro famiglie un segno indelebile".
Non può mancare il riferimento alla scottante questione del sostegno scolastico: "l'assegnazione degli insegnanti di sostegno, simile più a un terno al Lotto che non a un serio diritto allo studio. E nella fatica di lottare per l'assegnazione di un numero adeguato di ore di sostegno, si perde di vista la qualità dello stesso, per l'alunno disabile, diventa più occasione di parcheggio (magari un bellissimo parcheggio, ma pur sempre tale) che di luogo dove si apprende. L'istruzione, lo studio, un serio percorso scolastico, sono riservati ai normodotati".
E' in uno scenario così desolante che si colloca la lettera che i genitori indirizzano alle più alte cariche dello Stato: chiedono, innanzitutto, il rifinanziamento delle normative a tutela della disabilità; ma chiedono anche di essere ricevuti insieme ai loro figli per "spiegarle a voce ciò che Lei neppure può immaginare, senza polemica ma con determinazione, perché la civiltà di uno Stato si giudica dall'eguaglianza tra i cittadini. E noi famiglie con l'handicap non ci sentiamo assolutamente trattati alla pari".
Immacolata Corvino