Appena c'è stata posta questa domanda in aula non sò perchè mi sono subito passate per la mente le immagini, ma soprattutto la storia del film:BASTA GUARDARE IL CIELO!per chi non lo ha visto la trama è questa:
"Tratto dal romanzo di successo di Rodman Philbrick, Basta guardare il cielo è la storia divertente e avventurosa di due ragazzi che, ispirati dalle avvincenti vicende di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, danno inizio a un viaggio alla ricerca della grandezza del bene, per scoprire alla fine il più grande tesoro che ci sia: l’amicizia.Tutto ha inizio quando il giovane Kevin Dillon (Kieran Culkin) e sua madre (Sharon Stone)si trasferiscono nella casa accanto a quella di Maxwell Kane (Elden Henson) e dei suoinonni (Gena Rowlands, Harry Dean Stanton).Kevin è piccolo, magro, affetto da una patologia degenerativa che lo costringe a portare i tutori alle gambe. In compenso ha un cervello straordinario e trascorre tutto il suo tempo a leggere libri complessi o a inventare originali congegni meccanici. Kevin, senza padre, ha una madre che lo ama moltissimo, ma molto apprensiva e che, per paura che le sue condizioni fisiche possano peggiorare, a volte gli impedisce di condurre una vita “normale” come i suoi compagni.Il tredicenne Max invece è un ragazzo grande e grosso, che porta il 48 di scarpe, ma che pare avere un cervello “piccolo, piccolo”. A scuola è lento, fatica ad apprendere qualsiasi nozione e viene considerato perciò un “ritardato”. Ha poco coraggio e non riesce mai a reagire quando i compagni lo prendono in giro. Quotidianamente è vittima di soprusi e scherzi di cattivo gusto. Quando qualcuno combina qualche guaio, lui è il capro espiatorio preferito.Anche Max ha una condizione familiare difficile: la madre è morta e il padre è rinchiuso in carcere con l’accusa di aver ucciso la donna ed è considerato da tutti, compreso i nonni e Max, un uomo pericoloso e violento.Per tutta la loro vita Kevin e Max sono stati degli esclusi. Per la gente del posto sono“Frankenstein e Igor” e ogni occasione è buona per deriderli, prendersi gioco di loro o,peggio ancora, per metterli in seria difficoltà. I compagni di scuola, uniti nella classica banda dei “bulli”, cercano sempre di far cadere Kevin, ne sottolineano le menomazioni fisiche, lo chiamano “storpio” e lo escludono da ogni gioco. Insultano Max con frasi offensive:“maialino, maialino, tu sei figlio dell’assassino” oppure “scimmione con le cuffie” e sembrano godere della sua sottomissione passiva. Anche gli adulti che gravitano attorno al loro mondo,fatta eccezione per la mamma di Kevin e per i nonni di Max, sembrano disinteressarsi ai due ragazzi o, comunque, non ripongono in essi nessuna stima né fiducia.Ma quando Max e Kevin si conoscono, le loro esistenze però cambiano radicalmente.Dopo un iniziale momento di diffidenza, l’esile “Einstein” colpisce l’attenzione e la curiosità di Max, conquista la sua fiducia e i due iniziano a frequentarsi. Kevin aiuta molto Max nello studio e cerca di appassionarlo alla lettura, facendolo viaggiare con l’immaginazione nel mondo fantastico di Re Artù. E Max aiuta molto Kevin nella deambulazione: se lo carica sulle spalle e lo porta in giro per la città, esaudendo tutti i suoi desideri di scoperta e conoscenza.“Tu hai bisogno di un cervello e io di un paio di gambe, insieme formiamo una persona perfetta” ripete più volte Kevin e con questa consapevolezza sempre presente, i due si avventurano alla scoperta del mondo.Ogni volta che i due si uniscono, con il piccolo Kevin arrampicato sulle spalle del gigante Max, formano un unico coraggioso guerriero: una forza imponente con una volontà di ferro, un’immaginazione galoppante e la più potente aria di nobiltà dal tempo del regno di Re Artù. Insieme questa combinazione senza paura si tufferà in mille avventure: riparare ai torti subiti, uccidere i draghi e salvare le damigelle in pericolo in un regno crudele e pieno di forze oscure come la loro città…Un’avventura un po’ più rischiosa delle altre provocherà però a Kevin dei seri problemi fisici che lo porteranno a lasciare il mondo terreno, ma non quello di Max che continuerà a vivere nel suo ricordo, rafforzato dagli insegnamenti ricevuti e capace di ritrovare immaginazione, coraggio di vivere e profonda consonanza amicale anche semplicemente alzandogli occhi al cielo…"
Quando per un ragazzo di tredici anni arriva il momento di dover superare le difficili prove della vita reale, avere un amico “del cuore” è la chiave giusta per affrontare tutto con forza e a testa alta, dalla cima del mondo. Inoltre, per superare con maggior facilità problemi e ostacoli, è necessario cercare dentro sé coraggio e forza, proprio come facevano gli antichi guerrieri quando dovevano uccidere draghi, combattere forze oscure e salvare damigelle in pericolo. Quando poi si è in qualche modo considerati “diversi’ e quindi, automaticamente,esclusi, avere un amico ed essere forti e coraggiosi sono i due ingredienti indispensabili per riuscire a crescere. Questi sono i messaggi centrali di Basta guardare il cielo e questo quanto ci insegna Max che, con la sua voce fuori campo, ci guida nella visione del film suddiviso in sette capitoli, proprio come il libro che egli sta scrivendo per raccontare a tutti la storia di un’amicizia veramente unica.L’aspetto forse più interessante del film infatti è proprio il modo in cui Chelsom mostra quanto sia importante avere un amico e quanto, occupandosi l’uno dell’altro, sia possibile fare della propria vita un’esperienza davvero speciale, soprattutto quando il resto del mondo sembra essere “assente” e non avere alcun rispetto… Kevin dà a Max la sua voce, le sue capacità cognitive, la voglia di fantasticare, di viaggiare con l’immaginazione e di lasciarsi trasportare in “altri universi” dai personaggi dei libri.Max dà a Kevin la possibilità di muoversi, di viaggiare realmente nello spazio, di giocare a basket, di correre sentendo il vento fra i capelli e di vedere dal vivo i fuochi d’artificio che fino ad allora erano solo il frutto della sua immaginazione. I due protagonisti mostrano cioè un ottimo esempio di un rapporto fatto di fiducia, attenzione, complicità, reciprocità, indispensabile ad entrambi per riuscire a crescere, a sconfiggere le paure e a sentirsi meno soli. E dunque proprio la rappresentazione dell’amicizia quale relazione fatta di “dare e ricevere” e la valorizzazione dell’unione per combattere le prepotenze;Ma il film è anche una storia che invita a riflettere sull’importanza di maturare dentro di sé un buon livello di autostima e di fiducia nelle proprie possibilità, ingredienti indispensabili per superare ostacoli e risolvere i problemi che frequentemente possono affacciarsi alle porte dell’esistenza di ognuno. Ci sono tanti eventi nella vita che indeboliscono, spaventano e tolgono la possibilità di reagire, proprio per questo quando si assiste alle reazioni dei personaggi di un film, ci si può sentire più forti e rassicurati e si possono intravedere nuove strade comportamentali.
La DIVERSITA' si trova in ognuno di noi.
La DISABILITA'è quella che rende difficili anche le cose semplici,non per questo una persona deve essere sottovalutata e quindi considerata "diversa" perchè diversi siamo tutti.
ANNA DEL DEO