Pedagogia della disabilità Briganti

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Pedagogia della disabilità Briganti

Forum didattico del corso di Pedagogia della disabilità, Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, Suor Orsola Benincasa di Napoli, organizzato da Floriana Briganti


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    23 aprile simulazione e poesie

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    23 aprile simulazione e poesie Empty 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Admin Ven Apr 24, 2009 12:53 pm

    Inserite qui le vostre sensazioni,
    le vostre emozioni,
    le vostre reazioni...
    e i vostri commenti
    all'esperienza di simulazione svolta in aula il 23 aprile e dall'ascolto delle poesie.

    la prof

    Eccovi le poesie lette ed ascoltate in aula....
    ---------------------------------------------------

    "L'ANGELO DEL SIGNORE" di Riccardo Fafnir
    Madre mia, i tuoi occhi traboccano
    e specchiandomi in essi mi sento morire…
    Padre mio, le tue labbra sussultano
    soffri per me e questo mi fa impazzire…

    Mi sforzo di parlare
    ma a fatica capite il mio dire,
    mi sforzo di camminare
    ma per terra vado sempre a finire…

    Per il mondo sono solo un “diversamente abile”
    persona debole, un fardello inutile…
    Per voi invece sono un fiore delicato
    nato segnato da un destino sciagurato.

    Vi sentite come in colpa per la mia diversità
    e non cogliete l’insegnamento che la mia vita dà.
    Quando mi abbracciate forte sento il vostro amore infinito
    e io sorrido, poiché chi sono non l’avete ancora intuito.
    --------------------------------
    VORREI … POTREI (di Sara)

    Quanto vorrei a volte,

    poter essere un gabbiano,

    volare sopra il mondo

    senza essere riconosciuta.

    Potrei sfiorare l'acqua del mare

    e farmi trasportare dalle dolci onde,

    sentire il vento che viene a contatto

    con tutto il mio piccolo corpo.

    Con un battito di ali potrei raggiungere

    quell'immensa luce di colori

    che fa brillare ogni cosa che tocca.

    Potrei sprofondare nelle morbide

    macchioline bianche che avvolgono

    il cielo e assistere da lontano

    alla vita che scorre sotto di me.
    --------------------------------------------------
    NON

    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma sogno
    E vivo

    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Ma amo
    Sogno e sono viva

    Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    Non amo
    Non sogno
    Sono viva
    E SOLA
    [i] Rebecca[/i

    ----------------------------------------------------
    poesia di Gennaro Morra." IN BILICO ".
    "Il mio precario equilibrio
    mi tiene in bilico
    mi costringe a cercare un appiglio.
    Devo avvinghiarmi ai muri
    alle sedie,alle persone
    non posso commettere
    il minimo errore.
    Barcollo come un birillo
    sfiorato da una palla
    traballo come una bottiglia
    urtata da una biglia.
    Ho paura di cadere
    non tanto per il dolore che potrei avvertire
    ma per il peso dei loro occhi
    che sul quel pavimento
    mi potrebbero inchiodare.
    Basterebbe un sorriso
    il protrarsi di una mano
    alla quale mi potrei aggrappare
    per non sentire più l'imbarazzo
    del mio continuo ondeggiare."

    ---------------------------------
    La canzone dell'uccello
    Chi si aggrappa al nido,
    non sa che cos'è il mondo,
    non sa tutto quello che gli uccelli sanno
    e non sa perchè voglio cantare
    il creato e la sua bellezza.
    Quando all'alba il raggio del sole
    illumina la terra e l'erba scintilla di perle dorate,
    quando l'aurora scompare
    e i merli fischiano tra le siepi, allca capisco come è bello vivere.
    Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
    quando cammini nella natura per intrecciare ghirlande con i tuoi ricordi:
    anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
    vedrai che è bello vivere.

    (Poesia scritta da un bambinio nel ghetto di Terenzin)
    ----------------------------------------------------------
    Chiamatemi per nome

    Non voglio più essere conosciuta

    per ciò che non ho

    ma per quello che sono:

    una persona come tante altre.

    Chiamatemi per nome.

    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,

    una gioia da condividere.

    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.

    Chiamatemi per nome.

    Non più:

    portatrice di handicap, disabile,

    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.

    Forse usate chiamare gli altri:

    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?

    o ancora: “miope” oppure “presbite”?

    Per favore abbiate il coraggio della novità.

    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,

    prima di tutto,

    io “sono”.

    Chiamatemi per nome.

    Gianni Scopelliti
    http://www.conosciamocimeglio.it/documenti/documenti?id=92


    Ultima modifica di Admin il Ven Apr 24, 2009 3:34 pm - modificato 2 volte.
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    Messaggio  maria.laura87 Ven Apr 24, 2009 1:57 pm

    Stesso cuore in diversa abilità
    Mi domando perché tu e non io
    in questa terra a volte straniera
    sotto questo cielo a volte in lacrime
    ma spesso chiaro nello stupore.
    Quante volte hai sorriso alla gente
    quante volte hai chiamato tua madre nel sonno piangendo.
    Come me ammiri il tramonto
    come me sogni un domani che racconti.
    Cosa vorresti fare nelle sere fredde
    quando magari riusciresti a creare
    un momento sereno guardando altri occhi.
    Sei una luce rabbiosa e mite
    in un prato da mille colori giochi come un bambino
    e non hai paura di chi ha paura di te,
    attendendo la mia stessa risposta.
    Mi domando perché tu e non io.



    Ho amato subito questi versi per la loro immediatezza emotiva e per la comprensione della realtà che vivono le persone disabili e di quanto essa realtà nn sia poi tanto diversa da quella di tutti noi.
    A tal proposito mi ha colpito molto una frase della Prof,ossia "nn bisogna definire nessuna persona per sottrazione, senza perdere di umanità perché si tratta di persone, e si caratterizzano per capacità non per quello che non sanno fare, parlando di disabilità si parla di persone".

    _________________________________________

    Durante l'esperienza di simulazione svolta in classe, le mia sensazione è state di assoluta incertezza e insicurezza, anche se con il passare dei minuti ho avvertito una maggiore attenzione ai suoni, alle parole come se il mio cervello si fosse reso più attento a ciò che potevo sentire e nn vedere. Tutto questo mi ha portato a considerare quanto, nella vita di tutti i giorni, siamo così poco attenti a vedere "realmente" ciò che ci circonda, soprattutto le persone, e quindi a comprendere anche le loro realtà, tanto diverse ma così simili alla mia. L'assurdo è proprio questa superficialità di approccio nei confronti di persone disabili che, nonostante le loro menomazioni, si mostrano molto più attenti alle altrui realtà.
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    Messaggio  iannini michela Ven Apr 24, 2009 2:12 pm

    La simulazione di essere ciechi che abbiamo fatto in classe, mettendoci una benda davanti agli occhi, mi ha fatto vivere una nuova esperienza. Non avevo mai pensato come fosse brutto, ti senti impotente, non sai la persona vicino a te cosa fa, non vedi davanti a te cosa c'è...Il solo fatto di non vedere la luce mi hafatto perdere la pace, mi sono agitata, non vedevo l'ora di togliermi la benda, mi sentivo ansiosa... Exclamation Exclamation Exclamation
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    Messaggio  elenafiorillo Ven Apr 24, 2009 3:16 pm

    una nuova esperienza una nuova sensazione, bello perke cmq la lezione del 23 aprile ci ha regalato veramnte qualkosa di nuovo...bendarci scoprire un nuovo mondo tutto da esplorare .....quasi kome essre dei veri e propri bambini curiosi......
    la benda ci ha permesso di essere piu attenti ai suoni alle voci ......bello ed emozionante ma ad un certo punto ti senti attaccata....quasi kome non respirassi piu....
    è pur normale...avere questa sensazione per noi ke vediamo normalmente è molto strano non farlo piu improvvisamente....
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    Messaggio  liliana angelino Ven Apr 24, 2009 3:39 pm

    ieri appena arrivata in aula per l incontro con la prof Briganti, i ragazzi stavano facendo una prova di simulazione con gli occhi bendati mentre la prof leggeva poesie toccanti..che sensazione brutta avere gli occhi coperti, non riuscivo a resistere ieri; questo mi ha fatto tornare in mente la situazione di jerry inquilino della casa non vedente dalla nascita..con quanta volontà coraggio forza di andare avanti lui fa fronte alla SUA VITA?? Questo mi kiedo.. io eri bendata mi sentivo di non vivere piùù, mi prese una forte agitazione, non vedeno nulla davanti ai miei occhi..e mi chiedo quella dei non vedenti è vita?? non vedono nulla nè mare nè cielo nè terra..forse hanno l abilità della percezione, percepiscono una persona kissàà.. ieri in aula si parlava proprio della differenza che sussiste tra non vedenti dalla nascita e un non vedente divenuto tale a causa di un problema quale incidente, problemi di salute ect..Secondo me c è grossa differenza: un non vedente congenito quando inizia a maturare e a trovare consapevolezza delle cose non riconosce l importanza della vista perchè lui già nasce senza, ma fa peso, rafforzando gli altri sensi. Invece un non vedente divenuto tale nel tempo si trova di fronte a grandi difficoltàà anzi, secondo me dovrebbe nascere di nuovo per condividere con questo suo enigma.. secondo me gli spegne la vita il perdere la vista. liliana angelino
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    Messaggio  Raffaella Schiano Lomorie Ven Apr 24, 2009 3:45 pm

    la simulazione fatta in classe mi ha fatto capire come si può sentire mio nonno,lui è un non vedente,ma ha una forza dentro di lui ke è un qualcosa di eccezzionale riesce a fare 1000 cose. è una persona autonoma e cerca aiuto solo se prorpio ne ha la necessità.
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    Messaggio  Roberta Sanna Ven Apr 24, 2009 4:15 pm

    La simulazione di ieri è stata un'esperienza che non avevo mai fatto prima e devo dire che mi è piaciuta molto!Inizialmente non mi ci trovavo molto in questa condizione soprattutto perchè sono una persona che osserva molto e non avere la vista per me sarebbe la cosa più grave che potrebbe succedermi!infatti quando c'è stato il dibattito su chi nasce cieco e chi lo diventa pensavo cosa proverei se questa cosa succedesse a me!
    Per quanto riguarda le poesie lette dalla prof. mi ha colpito molto quella di Rebecca che ripete più volte quello che lei non fa e non è però c'è una nota positiva quando dice "Vivo","sogno e son viva".........ma purtroppo è sola......
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    Messaggio  giovanna marrandino Ven Apr 24, 2009 4:37 pm

    Questa lezione mi è piaciuta troppo,è stata una delle più significativa.E' stata una bella sensazione bendarsi e cercare di vedere cosa si prova in quella circostanza,anche se ho provato un senso di inquietudine e non riuscivo a stare ferma,già di mio sono cosi,ma in quel momento,forse presa dall'insicurezza,avevo bisogno di muovermi e di stare a contartto con gli oggetti che avevo intorno,con la sadia o la borsa.
    Infine volevo riflettere sull'ultima frase detta da un ragazzo in aula che per me è stata significativa cioe che LA VITA VA OLTRE.........Ciao Exclamation
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    Messaggio  Admin Ven Apr 24, 2009 4:49 pm

    A me che ero l'unica a vedere mi ha colpito che in molti vi prendevate per mano o avevate bisogno di stringervi al vostro compagno/a di sedia, e anche quando vi davo la parola stringerci la mano vi faceva sentire meno sole
    e mi sembrava che vi desse un riferimento in mezzo a tanto disorientamento.
    Inoltre vi ho visto rilassati nelle posture, come non giudicati.

    Vi ringrazio perchè in questa simulazione non avete quasi mai
    aperto gli occhi.

    dott.ssa Floriana Briganti
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    Messaggio  mariarosaria mastrominico Ven Apr 24, 2009 5:15 pm

    credo che la simulazione fatta in classe sia stato veramente un momento emozionante ma che allo stesso tempo ci ha aiuto a capire e a comprendere , le molte difficolta dei non vedenti, che però nella maggior parte dei casi essi con la cosapevolezza del loro handicap, sono riusciti ad affrontare.

    per quanto riguarda la poesie quella per molto significativa è "CHIAMATEMI PER NOME".credo che in quella poesia è racchiusa la tristezza di chi si sente diverso solo perchè gli altri , usando le parole della poesia, "non sono aperti alle novità" o meglio che "non hanno gli occhi per scoprire tutto". questa poesia mi fa riallaccciare all'altro argomento nel quale si parlava di barriere mentali e di indifferenza, e per questo credo che bisogna prendere spunto da questa poesia , riflettere molto sul suo significato, e in particolar modo sul nostro atteggiamento molto spesso inopportuno e superficiale.
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    Messaggio  annalisa rende Ven Apr 24, 2009 6:35 pm

    IN AULA,DURANTE L'ORA DI LABORATORIO,ABBIAMO SVOLTO UN LAVORO MOLTO INTERESSANTE: TUTTI BENDATI AD ASCOLTARE. INZIALMENTE QUASI MI SENTIVO SOFFOCARE...CONFESSO CHE PER UN ISTANTE HO APERTO GLI OCCHI...POI MI SONO RILASSATA...E HO NOTATO COME,POSTA IN QUELLA CONDIZIONE,HO INIZIATO A DARE PIù IMPORTANZA ALLE PAROLE.NON MI IMPORTAVA DI DARE VOLTO A QUELLE VOCI,LA MIA ATTENZIONE NON POTEVA ESSERE CATTURATA DAI MILLE STIMOLI VISIVI CHE IN OGNI ISTANTE CI BOMBARDANO,ESISTEVANO SOLO LE VOSTRE VOCI,LE VOSTRE PAROLE!.
    PER LA PRIMA VOLTA CI SIAMO AVVICINATI AD UN MONDO IN CUI L'ELEMENTO FONDAMENTALE NON è PIù QUELLO VISIVO...MA SONORO,TATTILE,UDITIVO.
    AL MONDO DEI NON VEDENTI MI SONO AVVICINATA,IN REALTA',DURANTE GLI ANNI DEL LICEO: AL 3°ANNO HO AVUTO UN PROF DI FILOSOFIA CIECO.
    VI RACCONTO QUI LA MIA PICCOLA ESPERIENZA:
    Inizialmente abbiamo avuto un bel pò di difficoltà,soprattutto perchè noi eravamo un branco di diciasettenni immaturi e superficiali,la prima cosa che pensammo fu a come poterlo fregare e non studiare!.
    Con il passare del tempo le cose cambiarono e poi vi confesso che un modo per fregarlo non c'era:" lui vedeva con tutto il resto del suo corpo",spesso ci riconosceva dall'odore,riusciva a percepire ogni piccolo spostamento d'aria.
    Il suo modo di fare lezione era incredibile:tutti intorno a lui vicino alla cattedra!.Le sue spiegazioni erano stupende,il libro di testo ci serviva a poco,esistevano solo le sue parole.A poco a poco il suo modo di fare ci prese tanto,ci fece entrare nel suo mondo che se pur abitato da ombre era ricco di colori,suoni,sapori,odori...insomma proprio come il nostro...solo che adoperava un foglio d'istruzioni diverso da quello che adoperiamo noi.
    Un giorno in aula portò il suo PC,io nemmeno sapevo che i ciechi avessero un computer e ci disse che spesso passava ore li a scrivere, anche di sera,tanto che il fratello si arrabbiava a sentire le sue mani veloci scorrere sulla tastiera.
    Ogni mattina lo vedevo arrivare con il suo walkman:ascoltava musica.
    Spesso parlava degli oggetti come se,almeno una volta nella vita,li avesse visti,li descriveva in maniera così dettagliata che lacune volte dimenticavo di trovarmi di fronte a un cieco.In effetti il nostro comportamento cambiò quando iniziammo a non notare più il suo limite visivo,un limite che esisteva solo nella nostra mente.
    Il nostro limite era "la paura della novità",il limite più grande che ci separa da tutte le persone che ci circondano è proprio la paura della novità:quanto più una persona è diversa da noi...tanto più noi abbiamo paura e così ne prendiamo le distanze!!!!.
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    Messaggio  Federica_Fusco Ven Apr 24, 2009 6:49 pm

    purtoppo non era presente in aula ne a questa lezione ne a le altre, diciamo che nel mio piccolo stò vivendo una mometanea disabilità motoria, ovvero sono impossibilitata ad usare le mie gambe...
    Mi è dispiaciuta davvero non esserci stata e solo leggere quelle parole di quelle poesie mi dà emozioni e reazioni molto forti è tristi...
    vi è una forza di volontà incredibile in loro, me ne rendo conto giorno dopo giorno...sono bloccata appena da un mese ma è come se stessi in catene, e proprio quando leggoo le vostre parole e scrivo su questo forum mi rendo conto di come io si a fortunata, il mio è un momento passaggero...il loro no, e loro hanno la forza di convivere ogni giorno con la disabilità...mentre io per questi giorni getterei le stampelle all'aria...
    dicendo questo voglio anche ringraziare la professoressa per il percorso che ci stà facendo fare, grazie a le quando mi verrebbe da lamentarmi, resto zitta ed anzi mi vergono...
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    Messaggio  lellakikka Ven Apr 24, 2009 7:07 pm

    Se guardiamo una persona vediamo il colore dei suoi capelli, la forma dei suoi occhi, l'altezza e i suoi modi di porsi, se la osserviamo ci rendiamo conto che quella persona ha un cuore, un'anima... Vorrei che, per una sola volta, ognuno di noi osservasse chi ha di fronte, e non la guardasse soltanto!
    Una poesia esprime tutto ciò che una persona ha dentro, al di là del suo fisico, oltre alle sue disabilità, ed è raccapricciante pensare che c'è chi ancora si sente di poter piangere solo perché per il suo compleanno non ha avuto la borsa Gucci che tanto desiderava, quando ci sono persone che soffrono, senza versare una sola lacrima, perché non possono nemmeno vederla quella borsetta! Pensiamoci un po di più alla sofferenza, così sarà inevitabile capire quanto siamo fortunati noi altri!

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    Messaggio  Maria Angela Maisto Ven Apr 24, 2009 7:21 pm

    Spiacentemente ho dovuto lasciare l'aula prima che faceste la simulazione, ma dalle parole, dalle lettere delle mie colleghe ho capito di aver perso proprio una bella esperienza così ricca di emozioni. Prima di scrivere sul forum ho provato a bendarmi per alcuni minuti e la sensazione che ho provato è indescivibile, mi sono sentita oppressa, non riuscivo a compiere alcun movimento, mi sentivo tutta bloccata. Non appena mi sono sbendata mi è sembrato quasi rinascere. Non riesco a non chiedermi come facciano le persone non vedenti a mascherare in parte il loro disagio. Io ho una zia che ha perso la vista, a causa di una malattia, da circa 30 anni, lei riesce addirittura a riconoscere le persone dal rumore dei loro passi. E' una persona autonoma, simpatica, ma soprattutto piena di vita e voglia di fare.
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    Messaggio  viviana auriemma Ven Apr 24, 2009 7:45 pm

    SECONDO ME LA SIMULAZIONE DEL 23 APRILE FATTA IN AULA SIA STATA UN'ESPERIENZA MOLTO SIGNIFICATIVA IN QUANTO AIUTA,ANCHE PER UN ISTANTE, A COMPRENDERE I DISAGI E LE TANTE DIFFICOLTà CHE UN DISABILE,IN QUESTO CASO UN NON-VEDENTE,HA.

    QUESTE POESIE SONO TANTO EMOZIONANTI QUANTO TRISTI Smile ...ESPRIMONO SENTIMENTI MOLTO FORTI E QUELLA CHE MI HA COLPITA DI PIù (ANCHE SE SONO TUTTE MOLTO DELCATE E SIGNIFICATIVE) è QUELLA DE "L'ANGELO DEL SIGNORE",DOVE QUI L'AUTORE ESPRIME TRISTEZZA MA ANCHE TANTA VOGLIA DI AFFRONTARE LA VITA CON UN "SORRISO"! Smile
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    Messaggio  viviana auriemma Ven Apr 24, 2009 7:51 pm

    HO SBAGLIATO AD INSERIRE LE EMOTICON SUL COMMENTO DEL 23 APRILE...NON FATECI CASO!
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    Messaggio  Sangermano I. Ven Apr 24, 2009 7:56 pm

    ... queste poesie sono davvero toccanti e lasciano trasparire mondi che non conoscevo prima. a primo impatto ho provato rabbia perchè mi sono chiesta perchè? perchè esistono perone diverse? ogni uomo dovrebbe essere perfetto, adimmagine e somiglianza di Dio eppure c'è chi non vede, non sente non cammina, non parla, non comprende, non ha gi arti, o è malato! ecco queste persone sono un dono del Signore venuti al mondo per vivere come me e per godere dell'amore, della vita, della natura, del cielo... ho capito allora che la diversità non sta in loro n quanto persone con handicap, ma sta in chi li vede diversi.
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    Messaggio  Valentina Salvio Ven Apr 24, 2009 8:46 pm

    la simulazione fatta in aula è stata particolarmente interessante!!!mi sono sentita tranquilla anche se non vedevo nulla...forse perchè sapevo che anche le altre persone intorno a me si trovavano nella mia stessa condizione.La sensazione che ho provato è stata quella di grande concentrazione.Non avendo alcun tipo di distrazione visiva ho potuto concentrarmi molto sulle parole delle poesie e sulle voci delle mie compagne.Le poesie mi hanno dato un senso di frustrazione..quelle parole sembravano quasi un'urlo alla vita, come se volessero gridare:"anche noi siamo persone come tutte le altre!!anche noi abbiamo dei diritti e dei sogni!".Tutto questo mi ha colpito molto e stando per quei pochi minuti "senza vista" ho cercato di immedesimarmi per un attimo in tutte quelle persone che convivono con determinate problematiche.Purtroppo è difficile capire certe realtà con pochi minuti di simulazione e forse è proprio questo il nostro limite più grande:non comprendere la realtà che vivono le persone diversamente abili.
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    Messaggio  angela giannattasio Ven Apr 24, 2009 9:10 pm

    OGNI LEZIONE è SEMPRE PIù EMOZIONANTE..TUTTE LE LEZIONI SONO INTERESSANTI MA QUEST'ULTIMA è STATA ECCEZIONALE,ABBIAMO PROVATO NUOVE SENSAZIONI GRAZIE ALLA NUOVA SIMULAZIONE SUGGERITACI DA UN ALUNNO DEL NOSTRO CORSO.
    ABBIAMO AFFRONTATO UN DIBATTITO BENDATI E LA COSA HA SORPRESO TUTTI POICHE HANNO RIUSCITO A PARLARE RAGAZZE CHE NON AVEVANO MAI AVUTO IL CORAGGIO.
    PERò RIFLETTENDOCI CHE BRUTTO,KE SENSAZIONE STRANA è SORTA IN ME...TUTT UN TRATTO MI SONO SENTITA PERSA,SPAESATA,PRIVA DI IDENTITA',HO DATO PESO A COSE SU CUI PRIMA NON AVEVO MAI RIFLETTUTO,QUINDI DA CIO MI POSSO RITENERE FORTUNATA E PRIVILEGIATA NELLA SOCIETA ODIERNA..MA CON QUESTO NON VOGLIO SMINUIRE CHI è DIVERSAMENTE ABILE A CAUSA DELLA MANCANZA DI UN SENSO,ANZI VOGLIO INCITARE TUTTI COLORO KE NON RIFLETTONO SU TALI SITUAZIONI KE BISOGNA AIUTARE KI SI SENTE PARTE ESCLUSA DELLA SOCIETA'!!GIANNATTASIO ANGELA
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    Messaggio  Fiorenza Felaco Ven Apr 24, 2009 10:41 pm

    Quando abbiamo messo la benda sugli occhi in aula ho avvertito una strana sensazione, ho provato per la prima volta sulla mia pelle cosa vuol dire non poter vedere con i propri occhi il mondo che ci circonda, ma non solo
    le cose materiali, ma anche i volti e le espressioni dei nostri amici, delle persone a noi care e allo stesso tempo è stato bello poter soffermarsi attentamente sull'ascolto. Durante questa simulazione ho pensato che è meglio essere non vedenti dalla nascita che diventarci nel corso della vita, perchè secondo me è ancora più brutto e traumatico non poter vedere più all'improvviso ciò che prima invece potevamo guardare.

    Le poesie sono tutte molto belle e ricche di messaggi significativi, ma la poesia che mi ha emozionato di più è stata quella di Rebecca "NON". Una poesia dove i primi versi sembrano essere stati scritti da un disabile che vive la vita senza abbattersi mai nonostante non possa fare ciò che per noi sono azioni quotidiane, ma invece l'ultima strofa mi ha suscitato una forte tristezza e malinconia perchè la sua forza di vivere e sognare all'improvviso crolla e penso che questa solitudine voglia riferirsi anche ai pregiudizi e gli atteggiamenti che le persone hanno nei confronti dei disabili tanto da farle sentire completamente sole.
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    Messaggio  caliendodomenica Ven Apr 24, 2009 11:15 pm

    Immedesimarsi anche per soli pochi minuti nei panni di un non vedente è davvero spiacevole.Il non poter vedere le persone che ti circondano,i loro visi,le loro espressioni,i colori dell'ambiente,la bellezza della natura....è qualcosa di enormemente brutto.Ho pensato che ancora più brutto, è assaporare "la luce del giorno" e "il buio della notte" e all'improvviso non poterlo fare più.
    Le poesie erano tutte belle......ma una in particolare mi ha colpito più delle altre:"Chiamatemi per nome" scritta da Gianni Scopelliti per sua figlia Benedetta.
    Siamo una società abituata,purtroppo,ad etichettare le persone.Siamo la società dei pregiudizi:giudichiamo le persone prima di capire nel profondo del loro essere chi in realtà sono.Questo è ovviamente sbagliato.Tutto ciò è frutto di quel malessere che dilaga nella nostra società:l'ignoranza.Dovremmo imparare a conoscere le persone per quelle che sono,senza farci annebbiare la testa da pensieri senza fondamento.DOVREMMO IMPARARE A CHIAMARE PER NOME.
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    Messaggio  Cristina Coppola Ven Apr 24, 2009 11:17 pm

    Non è la prima volta che faccio l'esperienza di chiudere gli occhi e fare la parte della "ragazza cieca"...un giorno che sono andata a fare teatro;abbiamo fatto un esercizio dove una persona stava con la benda sugli occhi e l'altro lo doveva guidare,sinceramente ho fatto prima la parte del "cieco" e mi sono sentita accettata,protetta,mi dava sicurezza,sapevo che la persona che mi guidava mi voleva bene,attraverso le mani mi faceva comprendere che sono una persona "normale" e soprattutto che sono bella per così come sono però allo stesso tempo mi sentivo estraniata perchè non riuscivo a vedere,non riuscivo a guardare negli occhi l'altra persona.Quando ho fatto la parte che dovevo guidare il "cieco" è stato l'opposto;in me sentivo un senso di disagio,agitazione,era una doppia responsabilità.
    Fare una cosa simile ieri è stata un emozione completamente diversa:mi sentivo uguale agli altri;è brutto non vedere il mondo che ci circonda;non vedere la propria mamma,i propri amici,i professori...intorno a te è tutto buio,non c'è nulla,ma sai che c'è tutta la natura.E' brutto dirlo ma credo che è meglio essere handicappati,down anzichè ciechi soprattutto quando lo si diventa.
    Mentre ascoltavo le poesie gli occhi lacrimavano non perchè piangevo,ma perchè l'emozione e l'immedesimarsi nei ciechi è difficile però si comprende cosa prova un cieco...non riuscire a parlare con una persona,con un amico senza guardarlo negli occhi!!
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    Messaggio  stefania esposito Ven Apr 24, 2009 11:36 pm

    Purtroppo ieri sono dovuta andare via prima della simulazione e devo dire che mi è davvero dispiaciuto tanto perchè avrei voluto provare quest'esperienza e capire i veri disagi e le vere difficoltà che purtroppo hanno i non vedenti in quanto non possono esplorare la realtà circostante con la stessa facilità di un vedente.
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    Messaggio  dalila de cicco Sab Apr 25, 2009 4:29 am

    Durante la simuluzione il primo sentimento che ho provato bendandomi è stato di nostalgia.Ho ricordato un mio prof di musica delle medie che ora purtroppo non c è piu',era cieco.Avevamo un legame particolare,di grande empatia e stima. ci insegnava a suonare pianola e flauto ci parlava dei grandi musicisti ecc,camminava tra i banchi e sapeva dire quando un ragazzo si alzava dal proprio posto x fare altro,chi era a chiacchierare e fare chiasso.C è chi approfittava della sua cecità per non far nulla ,lanciare carte,e stupidaggini varie.Io l ho sempre seguito e anche se poteva essere un' occasione per non far nulla,come faceva il resto della classe,io e poche amiche lo ascoltavamo e non ci permettevamo di alzarci o altro.Questa persona mi resterà sempre nel cuore,per tutto quello che mi ha insegnato e trasmesso.Successivamente l'emozione non è stata di un grande disagio a stare bendata anzi ne ho approfittato per parlare(ed era la 1 volta in aula)dato che non mi sentivo giudicata perchè non osservata.
    Penso che chi nasce cieco non sa le forme del mondo è vero ma impara a sentirle,invece chi ci diventa ha solo un ricordo a metà ed è piu' difficile abituarsi al buio se hai visto la luce.
    Cmq ci sono anche occhi che non vedendo sanno vedere,dentro, come questo mio prof...e approfitto x dirgli GRAZIE da quaggiu'...
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    Messaggio  dalila de cicco Sab Apr 25, 2009 4:42 am

    Per quanto riguarda le poesie tutte molto toccanti,quella che ad impatto mi ha colpito è stata l'ultima"chiamatemi per nome".
    Il bambino ci vuole dire che non vuole piu' essere etichettato con determinati nomi che si riferiscono ad una patologia,a quello che a lui manca,a quello che non ha,ma vuole un nome che è il suo di PERSONA,di quello che lui E'.
    Bisogna guardare con occhi nuovi dice avere il coraggio delle novità..per scoprire chi si è e non che si ha o non ha.

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