Per quanto riguarda le poesie, come già ho detto in aula, mi hanno colpito un pò tutte. Ho trovato in tutte loro somiglianze comuni e ,rispetto alla prima, una differenza di fondo. La somiglianza è legata alla vena di sofferenza che tutti provano nel sentirsi diversi a causa di una società che li porta a sentire tali ( esempio la frase:perchè dire portatore di handicap e poi non dire portatore di occhi castani...ecc). La differenza tra tutte e la prima poesia invece, sta nel fatto che nella prima sono addirittura i genitori stessi a far avvertire la diversità al proprio figlio, facendogli anche sentire la "loro" sofferenza per questa sua condizione. Credo che non ci sia cosa più brutta che vedere per primi i propri genitori non accettare la propria situazione
Per quanto riguarda invece la simulazione in se per se , rispetto agli altri che si sono "impersonificati" in un ceco, io non l'ho fatto spontaneamente, ci ho provato dopo, quando ho sentito loro dirlo. Ma nell'atto che mi è stato detto solo di bendarmi gli occhi e di ascoltare, la mia attenzione si è focalizzata sull'ascolto. Ho notato che senza guardare, avendo solo le orecchie a disposizione, ascoltavo più profondamente le parole, sentivo la loro essenza. Ed inoltre l'esprimere un mio pensiero senza guardare gli altri che espressioni facessero, mi ha portato ad alzare facilmente la mano per dire la mia.
Le parti che più mi hanno colpita:
- Vi sentite come in colpa per la mia diversità
e non cogliete l’insegnamento che la mia vita dà.
Quando mi abbracciate forte sento il vostro amore infinito
e io sorrido, poiché chi sono non l’avete ancora intuito.
- volare sopra il mondo
senza essere riconosciuta
- Non scrivo
Non parlo
Non cammino
Non canto
Non chatto
AMO e poi NON AMO
SOGNO e poi NON SOGNO
VIVO E SONO SOLA
- Ho paura di cadere
non tanto per il dolore che potrei avvertire
ma per il peso dei loro occhi
che sul quel pavimento
mi potrebbero inchiodare
- è bello vivere.
- Chiamatemi per nome.
Non più:
portatrice di handicap, disabile...
Per favore abbiate il coraggio della novità.