Pedagogia della disabilità Briganti

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Pedagogia della disabilità Briganti

Forum didattico del corso di Pedagogia della disabilità, Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, Suor Orsola Benincasa di Napoli, organizzato da Floriana Briganti


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    23 aprile simulazione e poesie

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    simona.asciolla


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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  simona.asciolla Sab Apr 25, 2009 1:27 pm

    E' stata per me un'esperienza molto interessante. Very Happy
    Per quanto riguarda le poesie, come già ho detto in aula, mi hanno colpito un pò tutte. Ho trovato in tutte loro somiglianze comuni e ,rispetto alla prima, una differenza di fondo. La somiglianza è legata alla vena di sofferenza che tutti provano nel sentirsi diversi a causa di una società che li porta a sentire tali ( esempio la frase:perchè dire portatore di handicap e poi non dire portatore di occhi castani...ecc). La differenza tra tutte e la prima poesia invece, sta nel fatto che nella prima sono addirittura i genitori stessi a far avvertire la diversità al proprio figlio, facendogli anche sentire la "loro" sofferenza per questa sua condizione. Credo che non ci sia cosa più brutta che vedere per primi i propri genitori non accettare la propria situazione Shocked
    Per quanto riguarda invece la simulazione in se per se , rispetto agli altri che si sono "impersonificati" in un ceco, io non l'ho fatto spontaneamente, ci ho provato dopo, quando ho sentito loro dirlo. Ma nell'atto che mi è stato detto solo di bendarmi gli occhi e di ascoltare, la mia attenzione si è focalizzata sull'ascolto. Ho notato che senza guardare, avendo solo le orecchie a disposizione, ascoltavo più profondamente le parole, sentivo la loro essenza. Ed inoltre l'esprimere un mio pensiero senza guardare gli altri che espressioni facessero, mi ha portato ad alzare facilmente la mano per dire la mia.

    Le parti che più mi hanno colpita:
    - Vi sentite come in colpa per la mia diversità
    e non cogliete l’insegnamento che la mia vita dà.
    Quando mi abbracciate forte sento il vostro amore infinito
    e io sorrido, poiché chi sono non l’avete ancora intuito.

    - volare sopra il mondo
    senza essere riconosciuta

    - Non scrivo
    Non parlo
    Non cammino
    Non canto
    Non chatto
    AMO e poi NON AMO
    SOGNO e poi NON SOGNO
    VIVO E SONO SOLA

    - Ho paura di cadere
    non tanto per il dolore che potrei avvertire
    ma per il peso dei loro occhi
    che sul quel pavimento
    mi potrebbero inchiodare

    - è bello vivere.

    - Chiamatemi per nome.
    Non più:
    portatrice di handicap, disabile...
    Per favore abbiate il coraggio della novità.
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    rosaliasabatino1


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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  rosaliasabatino1 Sab Apr 25, 2009 1:48 pm

    straordinaria lezione.. le poesie erano tutte splendide e tutte collegate da un filo rosso che chiedeva:perchè non provate a considerarci delle persone normali che sognano e vivono??!! è questa la difficolta più grande che i diversamente abili devono superare quotidianamente, gli sguardi indelicati e impietositi di chi si sente migliore. per quanto riguarda la simulazione poi è stata estremamente toccante. non riuscire a vedere per pochi istanti quel che mi circondava mi ha pietrificata, sentivo il mio respiro, e i suoni diventavano rumori assordanti. è stato una forte emozione...
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Pasqualina Del Prete Sab Apr 25, 2009 3:58 pm

    Chiamatemi per nome

    Non voglio più essere conosciuta

    per ciò che non ho

    ma per quello che sono:

    una persona come tante altre.

    Chiamatemi per nome.

    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,

    una gioia da condividere.

    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.

    Chiamatemi per nome.

    Non più:

    portatrice di handicap, disabile,

    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.

    Forse usate chiamare gli altri:

    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?

    o ancora: “miope” oppure “presbite”?

    Per favore abbiate il coraggio della novità.

    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,

    prima di tutto,

    io “sono”.

    Chiamatemi per nome.




    Questa è la poesia che piu mi ha colpito proprio per la semplicità delle parole che vengono usate....una semplicità che però ti fa battare il cuore e mi conferma, ancora una volta, che siamo noi a far sentire inferiori queste persone.
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    Messaggio  teresa granata Sab Apr 25, 2009 5:10 pm

    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Ciechi

    Quando in aula facemmo la simulazione ho provato delle forti sensazioni mai propate prima.Mentre incominciammo mi sali un'ansia tremenda,il sol pensiero di diventare cieca mi faceva star male!Poi man mano mentre la Prof. leggeva quelle splendide poesie mi calmai ed incominciai ad immedesimarmi in una persona cieca...
    Credo che la cicità sia il defict più brutto in assoluto,essere ciechi significa non poter conoscere sensazioni uniche come:guardare un tramondo,guardare l'infinità del mare o non poter mai guardare negli occhi una persona per esprimere al meglio ciò che si vuol dire.
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    Messaggio  La Rezza Giuseppina Maria Sab Apr 25, 2009 5:53 pm

    è stata un'esperienza molto significativa in quanto ci siamo immedesimati in quelle persone che non vedono ed è stato un pò strano all'improvviso non vedere nulla di quello che ci sta intorno; abbiamo provato per un attimo quelle sensazioni che la maggior parte delle persone non vedenti prova nel non vedere tutto ciò che gli sta intorno ed è un'esperienza che non rifarei di nuovo perchè non mi sono sentita nel mio "mondo", come se una parte di me mi mancasse.
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    Messaggio  Annaluigia De Rosa Sab Apr 25, 2009 6:19 pm

    E' stata un esperienza strana,quanto unica...
    ho avvertito un forte senso di insicurezza basato sul fatto di non riuscire a vedere ma solo sentire suoni e voci,mi sono trovata un po' a disagio,poiche' il senso che io uso di piu' è proprio la vista e non riuscirei a farne a meno!
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Simulazione.

    Messaggio  Coppola Concetta Sab Apr 25, 2009 7:01 pm

    Non mi sono sentita a mio agio per niente. Il fatto di non vedere più nulla,nulla di ciò che mi stesse accadendo intorno è stata una senzione brutta.
    Si dice che GLI OCCHI SONO LO SPECCHIO DELL'ANIMA, e il fatto di non poter più vedere negli occhi una persone, mi rattrista. Cmq è stata una lezione interessante.

    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 29qnq5z
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    Messaggio  Ramona Tecchio Sab Apr 25, 2009 7:15 pm

    SINCERAMENTE PRIMA DELLA SIMULAZIONE IN AULA AVEVO GIA' FATTO IN PASSATO UN ESPERIMENTO DEL GENERE...
    LE POESIE ASCOLTATE CON GLI OCCHI BENDATI HANNO TUTTO UN ALTRO SIGNIFICATO!
    INFATTI SIAMO PIU' ATTENTI AI CONTENUTI E NON CI FACCIAMO DISTRARRE DA INUTILI SCIOCCHEZZE...
    PERO' ALLO STESSO TEMPO (PER QUANTO RIGUARDA ME STESSA) LA MOMENTANEA PERDITA DELLA VISTA MI FA' SENTIRE DISORIENTATA E TRISTE! NON SO' PERCHE'! SICURAMENTE E'UNA COSA SOGGETTIVA!
    IO FACCIO UNA NETTA DISTINZIONE TRA CHI NASCE NON VEDENTE E CHI LO DIVENTA POI NEL CORSO DELLA VITA...
    SONO SICURA CHE PER CHI LO DIVENTA, LA VITA NON SARA' MAI PIU' LA STESSA DI PRIMA!
    E DIFFICILMENTE, ANZI QUASI MAI SI ACCETTA QUESTA SORTA DI HANDICAP.
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    Messaggio  veronica lanzillo Sab Apr 25, 2009 7:48 pm

    Le poesie che ha letto in aula la prof erano tutte molto belle ma l'ultima mi ha colpita in maniera particolare!L'idea della benda sugli occhi è stata fantastica anche se mentre ero in aula e non avendo la possibilità di vedere niente mi ha messo in agitazione..mi sentivo persa ed è stata una sensazione bruttissima!!Noi abbiamo vissuto questa esperienza per quanto 30minuti?Purtroppo ci sono persone che convivono con questo handicap e la loro vita non deve essere per niente facile..il fatto di non poter vedere il volto della persona con cui stanno parlando o magari non poter vedere com'è anche una splendida giornata di sole..è DURA!!Beh questi ovviamente sono stati gli esempi che mi sono venuti prima in mente ma ci sono tante cose che una persona non vedente non può vedere con i propri occhi..voglio dire ai miei compagni e a me stessa di non lamenterci mai della nostra vita..almeno noi che siamo i cisidetti "fortunati" "normali" che abbiamo avuto davvero tutto e tanto nella nostra vita!!
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    Messaggio  anna Sab Apr 25, 2009 7:57 pm

    E' stata una lezione molto emozionante!!Con la simulazione sono riuscita, anche se per un tempo limitato,ad immedesimarmi in un non vedente.
    Inizialmente avevo un pò di ansia ed avevo difficoltà nel rimanere con gli occhi chiusi,ma dopo un pò, ho notato di prestare molta più attenzione alle parole delle poesie che mi hanno profondamente colpito. Very Happy


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    Messaggio  concetta tesone Sab Apr 25, 2009 8:19 pm

    questa simulazione è stata davvero emozionanate...non avevo mai provato a bendarmi ed immaginare come sarebbe potuto essere il "mondo buio"...senza colori...e come si possa sentire una persona con questo tipo di disabilità.
    All' inizio, quando mi sono bendata, mi sono agitata, non mi sentivo a mio agio, poi mi sono soffermata sulle parole che diceva la prof e mi sono resa conto che è davvero difficile affrontare gli ostacoli quando si è ciechi.
    Un ringraziamento alla prof per questa simulazione che è servita tanto.
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    Messaggio  M. MARZIA CASTALDO Dom Apr 26, 2009 2:22 pm

    L'esperienza della simulazione mi ha colpito particolarmente...Anche se a dire la verità non mi sono sentita per niente a mio agio perchè il solo pensiero di non vedere ciò che ad esempio possa fare una persona al mio fianco mi spaventa molto Exclamation Exclamation Exclamation Anche se per un tempo molto limitato mi sono immedesimata in un non vedente e ho appreso le difficoltà che un cieco può affrontare quotidianamete... Sad Sad Sad Sad Sad Sad
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    Messaggio  alessandra de stefano Dom Apr 26, 2009 2:39 pm

    [b][left]La poesia che mi ha colpito maggiormente è stata "Chiamatemi per nome", perchè è quella che più rispecchia il mio modo di vedere la società in cui viviamo, una società che non è abituata alle novità, una società che nn sà adattarsi agli altri e non si preoccupa di vedere all'interno di ognuno, crede che questo è il limite di tutta la gente, quello di soffermarsi sulle apparenze, e quello di trovare negli altri la perfezioe quando poi nessuno lo è, una persona disabile in questa socità vive con un marchio eterno, per è la gente che lo circonda a fargli sentire il peso di essere diverso, di non poter piacere agli altri perchè lui non è perfetto e che quindi non merita di essere considerato una persona che abbia un nome o qualunque altra cosa che lo contradistingue dagli altri che non sia una disabilità.

    per quanto riguarda l'esperienza in classe l'impatto è stato devo dire normale, cioè mi sono sentita come se vedessi, forse perchè avevo ancora la concezione di quello che vedevo prima che mi bendassi, ma con il tempo ho iniziato a sentirmi in ansia e immaginarmi in una situazione simile e ho iniziato ad agitarmi e aver voglia di sbendarmi, però c'è una cosa di qui mi sono resa conto, ho avuto la sensazione di sapermi orientare anche senza vedere, ho provato a capire da dove venisse la voce di qualcuno che parlava, oppure ho provato a trovare i miei occhiali e quindi ho "scoperto" gli altri sensi, nn siamo fatti di solo Vista.
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    Messaggio  Ritaaccetto Dom Apr 26, 2009 3:08 pm

    Rileggendo le poesie mi riemoziono.Penso che noi normodati non possiamo immaginare cosa si prova ad avere un determinato deficit.L'esperienza fatta in aula mi ha ulteriormente fatto riflettere sul fatto che siamo nati fortunati e dovremmo ricordarcelo sempre.Quando sono stata bendata all'inizio mi sono rilassata ,poi quando la professoressa ha iniziato a leggere le poesie ho sentito un senso di angoscia seguito da un senso di vuoto.Ho cercato di immaginarmi come le persone cieche possano "vedere" il mondo.Secondo me la ciecità è il deficit più drammatico che si possa avere.Mi chiedo come fanno ad immaginarsi il mare,le stelle,il volto dei genitori?Certo loro hanno gli altri sensi più sviluppati ,però non so se io diventassi cieca se riuscissi a rassegnarmi a non poter più vedere il "mondo".
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    Messaggio  mena mazzei Dom Apr 26, 2009 5:14 pm

    appunto come dicevo in aula la disabilità più brutta è proprio la cecità, mettendomi quella benda e sentire quelle parole ha accelerato il mio cuore, ho provato sensazioni difficili da spirgare,delle sensazioni forti, sono riuscita a parlare poichè sapevo che eravamo tutti bendati ma pensare di essere l'unica sarebbe stato difficile.Penso che i disabili hanno tanto bisogno di noi, di una mano, di una carezza, di saprere che qualcuno è con loro.
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    Messaggio  lettera carmen Dom Apr 26, 2009 5:28 pm

    [i] L'esperienza che abbiamo vissuto in classe giovedì scorso è stata molto emozionante. Quando mi sono bendata la prima sensazione che ho provato è stata quella di insicurezza, avevo paura di muovermi, di prendere qualcosa perchè non vedevo quello che avevo davanti; anche se per poco, ho provato quello che le persone cieche provano per tutta la vita.
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    Messaggio  elisabetta iervolino Dom Apr 26, 2009 6:56 pm

    L'esperienza che abbiamo vissuto in classe a dire la verità è stata abbastanza forte....
    E' vero, con gli ochhi chiusi ogni sensazione viene amplificata, l'attenzione aumenta....ma con essa aumenta anche il disagio.......lo stesso che probabilmente le persone non vedenti sono costrette a vivere ogni giorno.... Neutral
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    Messaggio  serena sorrentino Dom Apr 26, 2009 7:06 pm

    Dopo l’esperienza vissuta in aula…
    …vi propongo qui il video del trailer e di una scena del film "Rosso come il cielo".
    Vi invito a dargli un'occhiata e magari se avete la possibilità a vedere il film, davvero molto bello!

    Film: Rosso come il cielo
    Regia: Cristiano Bortone
    Data uscita film in Italia: 9 Marzo 2007
    Durata: 96 minuti
    Genere: Drammatico
    Trama: Il film è ispirato alla storia vera di Mirco Mencacci, tra i migliori montatori del suono italiani. È il 1971. Un piccolo paese della Toscana. Mirco ha 10 anni ed è appassionato di cinema. In seguito ad un incidente domestico, perde la vista. Impossibilitato dalla legge a frequentare la scuola pubblica, i genitori sono costretti a farlo ospitare in un istituto per ciechi dove trova un vecchio registratore a bobine e scopre la magia di un mondo di suoni.

    TRAILER


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    Messaggio  Francesca Marra Dom Apr 26, 2009 9:33 pm

    L'esperienza della simulazione devo dire che è stata molto forte. Dopo essermi tolta la benda mi sono resa conto di quanto fosse bello guardare. Mentre avevo la benda è non potevo gurdare, non riuscivo a stare ferma sulla sedia, dovevo muovermi in continuazione. Anche se tutti avevano la benda ed eravamo nella stessa condizione, non riuscivo altro che a immaginare gli occhi degli altri su di me. Pensavo che sarebbe stato più facile intervenire, ma nemmeno in questa occasione ci sono riuscita. Posso, dunque, dedurre che questa sia la sensazione di tutti i non vedenti. Un'altra cosa che mi ha fatto riflettere è stata quella che mi davano fastidio di più i rumori che provenivano da fuori, proprio perchè in quel momento l'udito era l'unico senso che mi faceva stare in contatto col mondo. Quindi non oso immaginare come possano sentirsi i sordo-ciechi, che oltre a non vedere, non possono nemmeno sentire.
    Le poesie erano tutte bellissime. Quella che mi è piaciuta di più è stata VORREI...POTREI di Sara: mentre la prof. la leggeva sono riuscita ad immaginare ciò che questa ragazza desiderava, cioè volare sul mare come un gabbiano, per non essere riconosciuta; descrive pienamente quello che provano i disabili.
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    Messaggio  carmen lemma Dom Apr 26, 2009 9:51 pm

    L'ESPERIENZA DI SIMULAZIONE FATTA IN AULA E' STATA MOLTO INTERESSANTE E ANCHE SE PER POCO MI HA PERMESSO DI IMMEDESIMARMI IN UNA DISABILITA' CHE HO SEMPRE RITENUTO MOLTO PENALIZZANTE. SI COMUNICA IN TANTI MODI,CON LE PAROLE,I GESTI ,LE POSTURE MA CIO' CHE ,A VOLTE, SI RIESCE A COMUNICARE CON LO SGUARDO VA OLTRE. DURANTE QUESTA ESPERIENZA HO PROVATO DELLE SENSAZIONI INQUIETANTI E IL PENSIERO DI VIVERE TOTALMENTE AL BUIO ,AD ESSERE SINCERA, MI HA TURBATO...HO PENSATO AI CIECHI DIVENUTI TALI IN SEGUITO A TRAUMI O MALATTIE E A QUANTO DEVE ESSERE DIFFICILE DOVERSI ADATTARE E CONVIVERE CON UNA REALTA' SENZA LUCE VIVENDO DEL RICORDO E DELL'IMMAGINAZIONE DI CIO' CHE PRIMA SI VEDEVA...E' TRISTISSIMO PENSARE DI DOVER ASSAPORARE SEMPLICI SPETTACOLI NATURALI COME UN TRAMONTO ATTRAVERSO GLI OCCHI E LE PAROLE DEGLI ALTRI...

    IN AULA LA PROF CI HA LETTO DELLE POESIE STUPENDE E QUELLA CHE MI HA FATTO RIFLETTERE DI PIU' E' :"CHIAMATEMI PER NOME" DOVE EMERGE TUTTA LA VOLONTA'DEL DISABILE DI ESSERE CONSIDERATO COME UNA PERSONA CHE ESISTE, VIVE E CHE DESIDERA ESSERE CONOSCIUTA NON PER CIO'CHE NON HA MA PERCHE' PRIMA DI TUTTO "E'"


    Ultima modifica di carmen lemma il Lun Apr 27, 2009 10:13 pm - modificato 1 volta.
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    Ida


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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Poesie

    Messaggio  Ida Lun Apr 27, 2009 1:13 am

    Ascoltare queste poesie ha suscitato in me una sensazione difficile da spiegare. Sono tutte molto belle ed esprimono perfettamente la condizione di un disabile, ma una mi ha colpito particolarmente: “ chiamatemi per nome ” scritta da Gianni Scopelliti pensando a sua figlia Benedetta:

    Chiamatemi per nome

    Non voglio più essere conosciuta

    per ciò che non ho

    ma per quello che sono:

    una persona come tante altre.

    Chiamatemi per nome.

    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,

    una gioia da condividere.

    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.

    Chiamatemi per nome.

    Non più:

    portatrice di handicap, disabile,

    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.

    Forse usate chiamare gli altri:

    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?

    o ancora: “miope” oppure “presbite”?

    Per favore abbiate il coraggio della novità.

    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,

    prima di tutto,

    io “sono”.

    Chiamatemi per nome.

    Le parole di questa poesia non sono altro che il desiderio che ogni disabile vorrebbe realizzare: essere conosciuto e apprezzato per quello che è e non per quello che non ha.
    Perché chiamarli portatori di handicap? Anche loro hanno un nome, dei sentimenti, delle fantasie e dei desideri. Cosa ci differenzia? ……Nulla, siamo uguali.
    C’è chi è miope, presbite, chi ha occhi castani o azzurri, chi sa cantare , chi no.
    Questi non sono difetti propri di tutti noi? Perché allora LORO dovrebbero essere definiti disabili e sentirsi diversi da noi?
    Credo che la morale di questa poesia si racchiuda nella parte conclusiva: non abbiamo il coraggio della novità. Noi accettiamo tutto quello che ci somiglia, ciò che è diverso è per noi un nuovo mondo che guardiamo con gli occhi dell’indifferenza. Perché?
    Ognuno di noi è unico ed irripetibile ed è giusto che noi tutti guardiamo gli altri, compresi i disabili, non come dei diversi a cui manca qualcosa ma come delle persone che hanno sicuramente qualcosa in più a noi perché, ognuno, ha una personalità e tutte arricchiscono il mondo.

    Vorrei proporre la lettura di una poesia che ho trovato navigando in internet e che mi sembra molto bella:



    "Sogno di un'amica" di Andrea Moro

    Come vorrei ...
    come vorrei che un giorno
    questo mio sogno si avverasse.
    E' un sogno lontano ...
    difficile da raggiungere,
    direi quasi impossibile,
    almeno per ora.
    Ma sono sicura
    che un pò al giorno,
    con il tuo aiuto, con il loro aiuto,
    mettendo da parte
    quella vostra aria menefreghista,
    riuscirò a superare.
    Non supererò certo il mio problema,
    ma non sarò afflitta
    dalle atrocità che quotidianamente
    feriscono il mio cuore
    e la mia mente.
    Non è difficile aiutarmi sai.
    Basta solo volerlo.
    Non dovete sperare,
    ma solo chiudere gli occhi
    e amare.

    IDA IANNONE
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  annalisa silvestro Lun Apr 27, 2009 3:43 am

    salve,l'esperienza fatta in classe è stata molto emozionante,perchè attraverso una semplice benda agli occhi ci siamo potuti mettere un pò nei panni dei non vedenti,di coloro che non possono vedere il sole sorgere o tramontare,che ogni giorno per loro sembra uguale perchè non possono ammirare le meraviglie del mondo.
    la poesia che più mi ha colpito è stata "in bilico" perchè in questa poesia fa capire quanto i disabili si sentono diversi,sempre al centro dell attenzione,dove hanno paura di cadere,perchè le persone che lo guardano questo si aspettano,che cada,per poterlo giudicare.i disabili invece vogliono solo essere trattati da persone uguali a noi..
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  carmela costantino Lun Apr 27, 2009 11:11 am

    Very Happy Very Happy Very Happy Credo che la simulazione fatta in classe sia stato veramente un momento emozionante ma che allo stesso tempo ci ha aiutato a capire e a comprendere , le molte difficolta dei non vedenti..........
    Per quanto riguarda la poesie quella che mi ha dato maggiore emozione è stata "CHIAMATEMI PER NOME".credo che in questa poesia è racchiusa la tristezza di chi si sente diverso solo perchè gli altri , usando le parole della poesia, "non sono aperti alle novità" o meglio che "non hanno gli occhi per scoprire tutto". questa poesia mi fa riallaccciare all'altro argomento nel quale si parlava di barriere mentali e di indifferenza, e per questo credo che bisogna prendere spunto da questa poesia , riflettere molto sul suo significato, e in particolar modo sul nostro atteggiamento molto spesso inopportuno e superficiale cheers cheers cheers .
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Livia Cinque Lun Apr 27, 2009 2:20 pm

    In aula abbiamo fatto una simulazione con dei foulard. Ci siamo bendati e abbiamo fatto finta di essere ciechi. Durante la simulazione la professoressa ci ha letto delle poesie molto belle. Ho avuto una sensazione molto strana quando abbiamo simulato la cecità, mi sentivo come vulnerabile. Credo ci sia molta differenza tra chi nasce cieco e chi ci diventa. Ci sono, chiamiamoli “pro e conto” del nascere o nel diventare cieco. Diventare cieco è probabilmente una delle cose peggiori che può succedere perché , anche se noi magari non ci diamo molta importanza, la vista è fondamentale; senza mi troverei persa. C’è da dire però che ch nasce cieco non ha la possibilità di conoscere bene il mondo in cui vive, il colore del cielo, il viso delle persone con cui vive. Non so davvero cosa sia peggio. Devo dire che quando abbiamo fatto la simulazione ho provato un senso di angoscia, perché non vedere mi metteva in difficoltà, pur restando seduta; allo stesso tempo ero grata del fatto che fosse solo una simulazione e che quel buio ch mi circondava non fosse permanente.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 2 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Admin Lun Apr 27, 2009 2:39 pm

    Carissimi,
    sono felice che la simulazione sia stata emozionante e formativa per tutti voi, ma soprattutto che vi abbia fatto riflettere e comprendere certe disabilità da un altro punto di vista.
    Il nostro corso ha questo intento di utilizzare un percorso non convenzionale e non classico per studiare certe tematiche,
    il forum per dire la vostra, per ascoltarvi e conoscervi,
    la discussione per ragionare sui temi salienti, per non dare per scontato le teorie e le informazioni apprese in teoria.
    Il mio desiderio è abituarvi a questo medoto nei vostri studi e nella vita.
    Ringrazio tutti per la vostra partecipazione 'attiva'.
    con affetto
    dott.ssa Floriana Briganti
    docente del modulo di pedagogia della disabilità

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