Pedagogia della disabilità Briganti

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Pedagogia della disabilità Briganti

Forum didattico del corso di Pedagogia della disabilità, Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, Suor Orsola Benincasa di Napoli, organizzato da Floriana Briganti


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    23 aprile simulazione e poesie

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    Cira89


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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Cira89 Lun Apr 27, 2009 3:09 pm

    L'esperienza della simulazione è stata molto significativa e toccante... stare li con gli occhi chiusi e non poter vedere il volto della persona che parlava, vedere cosa mi stesse succedendo intorno mi ha fatto capire le difficoltà che hanno le persone non vedenti nello svolgere la vita di tutti i giorni e mi ha fatto capire che devo reputarmi fortunata xkè ci sono persone che nonostante i loro problemi vanno avanti e affrontano la vita sempre con un sorriso...

    Le poesie sono tutte belle ma quella che mi ha colpito di più è stata:

    Chiamatemi per nome

    Non voglio più essere conosciuta
    per ciò che non ho
    ma per quello che sono:
    una persona come tante altre.
    Chiamatemi per nome.
    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,
    una gioia da condividere.
    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.
    Chiamatemi per nome.
    Non più:
    portatrice di handicap, disabile,
    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.
    Forse usate chiamare gli altri:
    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?
    o ancora: “miope” oppure “presbite”?
    Per favore abbiate il coraggio della novità.
    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,
    prima di tutto,
    io “sono”.
    Chiamatemi per nome.


    è vero le persone non devono essere riconociute x quello che non hanno ma x quello che sono... persone con i loro sogni, pregi, difetti, le loro emozioni, sensazioni....

    Cira Giorno
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  viviana pulcinaro Lun Apr 27, 2009 3:09 pm

    ..Un giorno potremo..
    ..le mie orme si perdono nella sabbia,così come i miei pensieri si dissolvono lì..in quel cielo blu che si specchia nel mare.
    Tutto ciò che guardo, tutto ciò che sento,tutto ciò che penso lo trasformo in poesia, tutta la mia vita scritta su questi fogli che piano piano riempiono le mie giornate.
    è così è la Vita..un passo dopo l' altro, un soffio alla volta, un respiro dopo respiro, un battito dopo battito.
    difficile andare avanti..facile dire ho paura, quante volte si cade, quante volte ti senti mancare pale ...Beh la forza non è un dono di tutti anche perchè l' essere umano è dotato di una Forza che solo l'anima conosce. flower
    Ciò che non ci si CONOSCE CI SPAVENTA,ma la cosa pìù bella e proprio questa, quella di vivere attimo per attimo ciò che ci fa andare indietro.
    Come dice una canzone:"..La vertigine non è paura di cadere ma voglia di Volare.."
    sunny è la vita è così..bisogna fidarsi di se stessi perchè anche noi un giorno potremo volare!!
    cheers

    un kiss Vivy...
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Anna Florio Lun Apr 27, 2009 4:56 pm

    Purtroppo non ero presente a questa lezione e mi dispiace molto perchè dalle vostre parole deve essere stata davvero un esperienza unica,però ho letto le poesie,ho letto quelle parole che non fanno altro che dire ciò che si cerca di afferrare da un mese a questa parte in aula,cioè che loro sono PERSONE.
    Mi hanno colpito molto tutte le poesie,sopratutto "Chiamatemi per nome" e "L'angelo del Signore", sono diversi,sono uguali,come le definisci le definisci restano pur sempre persone,forse anche più speciali,ma con gli stessi diritti e bisogni degli altri (forse qualche bisogno in più)perciò apriamo gli occhi,apriamoci alla diversità se così la si vuole definire.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Margherita Fioretto Lun Apr 27, 2009 7:36 pm

    La simulazione fatta in aula la mattina del 23 aprile senza dubbio è stata molto particolare,diversa. Mi è difficile trovare le parole per descriverla, non posso dire una esperienza bella..non lo è stato..
    Percepivo uno stato assoluto di disorientamento, in particoler modo quando una delle mie colleghe prendeva la parola provavo una stana sensazione, sentire una voce ma non poterla associere ad un viso,ad uno sguardo. Ad un certo punto quella benda sembrava non coprire più solo gli occhi ..sembrava legare le mani,sembrava legarmi alla sedia.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty lezione del 23

    Messaggio  ErcolaniDaniela Lun Apr 27, 2009 8:01 pm

    innanzitutto mi scuso per il mio ritardo negli interventi ma ho problemi con la connessione...
    giovedì abbiamo fatto l'esperienza di essere bendati,l'impatto con questo tipo di realtà è sempre molto forte ma ti fa accedere ad una serie di nuove conoscenze interessanti...premetto che io ho gia fatto questo tipo di esperienza, con il saad servizio disabili dell'ateneo siamo andati in un museo dove ci facevano bendare e ci portavano in una stanza dove c'erano delle opere d'arte...non essendo stati prima di quel momento in quella stanza ci siamo fatti un'idea tutta nostra di come fosse...io la immaginavo piccola ed invece era enorme,buia ed era luminosissima ma l'esperienza più forte è sentire come man mano che il tempo trascorreva gli altri sensi si acuivano,riuscivo a sentire chi c'era accanto a me attraverso i rumori che facevano e distinguevo bene i suoni e la loro provenienza,ma la cosa più bella è stato constatare che attraverso il tatto riuscivo a denotare molti aspetti di ciò che toccavo,il calore,la morbidezza e addirittura il sesso attraverso la morbidezza o la spigolosità dei tratti...da quell'esperienza ho capito tante cose e riviverla anche se in maniera diversa mi ha fatto molto effetto.
    SI è vero che inizialmente c'è un senso di vuoto e di panico ma dopo ti accorgi di quanto il tuo organismo sa adeguarsi alle diverse possibilità
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  petrillo maria Lun Apr 27, 2009 8:15 pm

    La simulazione fatta in classe con la benda su gli occhi è stata particolare,e vivere quei momenti in cui non sai cosa e chi ti circonda,cosa fanno,come si comportano e soprattutto cosa pensano di te in quel momento è abbastanza strano.E questo mi ha fatto sentire a disagio perchè ho provato un pò di difficoltà a stare con gli occhi chiusi ma quando ho sentito la poesia del gabbiano ho iniziato a sognare i momenti e soprattutto la libertà di cui parla la poesia.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  sara iaquinto Lun Apr 27, 2009 8:18 pm

    personalmente ciò che mi ha colpito maggiormate di questa simulazione non è stato il provare cosa vuol dire non vedere, penso che questo sia difficile da capire realmente con pochi minuti di occhi bendati....ciò che veramente mi ha fatto riflettere è stato l'ascoltare quelle poesie e sentirne tutto il senso di emarginazione che provano queste persone, una su tutte questa poesia:
    di Gennaro Morra." IN BILICO ".
    "Il mio precario equilibrio
    mi tiene in bilico
    mi costringe a cercare un appiglio.
    Devo avvinghiarmi ai muri
    alle sedie,alle persone
    non posso commettere
    il minimo errore.
    Barcollo come un birillo
    sfiorato da una palla
    traballo come una bottiglia
    urtata da una biglia.
    Ho paura di cadere
    non tanto per il dolore che potrei avvertire
    ma per il peso dei loro occhi
    che sul quel pavimento
    mi potrebbero inchiodare.
    Basterebbe un sorriso
    il protrarsi di una mano
    alla quale mi potrei aggrappare
    per non sentire più l'imbarazzo
    del mio continuo ondeggiare."

    Stando con gli occhi bendati non ho potuto avere distrazioni ma sono stata "costretta" a sentire tutto della poesia, anche quelle emozioni che sono tra le righe.... come in questa frase: " Ho paura di cadere non tanto per il dolore che potrei avvertire ma per il peso dei loro occhi che sul quel pavimento mi potrebbero inchiodare." con gli occhi bendati ho immaginato quella scena e ho quasi potuto sentire sulla mia pelle il peso di quegli occhi. Se l'avessi ascoltata normalmente, senza coprire gli occhi non sarebbe stato lo stesso, questa simulazione mi ha permesso di percepire cosa sente un disabile quando si sente etichettato o emarginato, il senso di paura, di non essere capito oppure gli sguardi misti a tristezza e compassione e quindi il non poter essere trattato come si vorrebbe, come persona senza aggiunte di definizioni.
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    Messaggio  angela castellano Lun Apr 27, 2009 11:29 pm

    Spesso mi capita di pensare come potrebbe essere la vita di un non vedente...in effetti non è semplice nemmeno immaginarlo!
    Dopo l'esperienza che abbiamo fatto in classe(bendandoci gli occhi e comunicando senza poterci guardare negli occhi)ho provato delle sensazioni incredibili,quasi inspiegabili.Sicuramente ho capito quanto possa essere importante per un non vedente,un suono,un profumo,una sensazione,il tatto o semplicemente la voce di chi ci sta accanto.Mentre avevo gli occhi coperti e sentivo le voci dei miei compagni ho percepito una sensazione di angoscia,di smarrimento,come se all'improvviso avessi perso ogni punto di riferimento...
    Non so se ciò è capitato anche ai miei compagni,ma in quel momento mi sntivo a disagio nell'esprimere la mia opinione,proprio perchè non avevo la possibilità di guardare il volto della persona alla quale dovevo rivolgermi.Non nascondo che alla fine della lezione,quando ho riaperto gli occhi,la testa mi girava,tutto intorno mi appariva diverso e strofinandomi un pò gli occhi ho capito quanto sono fortunata perchè possiedo un grande dono...quello di poter specchiare la mia immagine negli occhi della persona che mi sta difronte.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty poesia

    Messaggio  Ylenia Perretti Mar Apr 28, 2009 1:21 am

    È la luce dei tuoi occhi,
    anhe se sono spenti
    e senca colore
    vagano nel cammino della tua vita.

    La tua mano mi è vicina,
    sento il tuo calore che mi avvolge,
    prende la mia anima.

    Sei un non vedente,
    i tuoi occhi brillano come il cielo
    con le stelle della notte,
    mi guidi il cammino della mia vita.

    Sei il miracolo dell'amore
    fra due anime che soppravvivono,
    nell'agonia di questa vita
    indifferente e vanitosa.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty simulazione in aula

    Messaggio  maria di fiore Mar Apr 28, 2009 1:38 am

    In aula, quando mi sono bendata per fare la simulazione, inizialmente riuscivo ad organizzare i miei pensieri, ad ascoltare ed a riflettere le poesie che la Prof. leggeva, ma poi, quando il buio è diventato più fitto, con il protrarsi del tempo, ho iniziato a perdere la concentrazione, mi sentivo indifesa ed avevo voglia di strapparmi la maglia dagli occhi. Ho alzato la mano per esprimere le mie sensazioni, ma avevo paura di non essere vista; dopo un pò la prof. mi ha toccato per farmi sapere che da li a poco avrei potuto parlare, istintivamente le ho afferrato la mano, perchè in quel momento mi sembrava un ancora di salvezza. Poi ho pensato tra me e me: "è solo una simulazione", tra poco tutto passa e quindi mi sono rilassata un pò. In un attimo mi è balenato in mente il video sulla giornata della disabilità, quando i diversabili, per far comprendere le difficoltà che incontravano quotidianamente, facevano sedere le persone sulle carrozzine, poi ripensavo alle parole di Rebecca che rimarcavano la sua solitudine, alla poesia del paraplegico che lasciava intendere la sua grande fede, a quella della persona che barcollava ed aveva paura di essere giudicato e la poesia del disabile che continuava a ripete chiamatemi per nome. A questo punto mi è stata data la parola, ma ancora non riuscivo ad esprimermi come volevo, ripetevo solo che mi sentivo insicura ed indifesa. Mi chiedo allora quanta forza ed amore x la vita hanno i diversabili, per affrontare tutte le problematiche che si presentano, sapendo che la loro situazione è irreversibile e quanta poca consapevolezza ho io, di essere fortunata perchè vivo una "vita normale", con una figlia dolcissima e sana, anche se i problemi non mancano.
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    Messaggio  maria cristina miele Mar Apr 28, 2009 10:34 am

    LA SENSAZIONE CHE SI PROVA A STARE CON GLI OCCHI CHIUSI PER UN PO',CREDO NON SIA LA STESSA DI CHI GLI OCCHI ,QUANDO FINISCE IL GIOCO, NON PUò APRIRLI.AD OGNI MODO,QUESTA ESPERIENZA, IN CLASSE, è STATA BELLA PERCHE' MI HA DATO LA POSSIBILITà DI ASCOLTARE IN MODO DIVERSO LE POESIE DI CHI NON HA LA VISTA.PER POCHI ATTIMI CREDEVO DI METTERMI NEI LORO PANNI E AVVERETIRE LE SENSAZIONI CHE ERANO DA LORO DESCRITTE. è STATO EMOZIONANTE
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    Messaggio  Carmen Palumbo Mar Apr 28, 2009 11:11 am

    La simulazione in classe è stata una prova emozionante e indimenticabile. Non sapere cosa e chi hai intorno, è come parlare nel vuoto. Ti viene a mancare tutta la forza perchè almeno per me sembrava di stare da sola..allora x darti coraggio cerchi di mantenerti al compagno chè è al tuo fianco prorpio per capire che non sei sola. Poi non sapere l'altra persona cosa fa quando tu stai parlando, se veramente sta ascoltando, se ride, piange, se è presente...mi manca il respiro,mi viene subito voglia di parire gli occhi.
    Tra le poesie, quelle che mi hanno colpito di più sono Chiamatemi per nome e L'angelo del Signore. Nella prima, dove dice che anche con qualche differenza, il disabile è una persona come tutti noi. Nella seconda, mi hanno colpito le parole di preoccupazione verso i genitori(le prime 2 strofe).
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Sabrina Vitale Mar Apr 28, 2009 12:23 pm

    Chiamatemi per nome
    Non voglio più essere conosciuta
    per ciò che non ho
    ma per quello che sono:
    una persona come tante altre.
    Chiamatemi per nome.
    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,
    una gioia da condividere.
    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.
    Chiamatemi per nome.
    Non più:
    portatrice di handicap, disabile,
    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.
    Forse usate chiamare gli altri:
    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?
    o ancora: “miope” oppure “presbite”?
    Per favore abbiate il coraggio della novità.
    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,
    prima di tutto,
    io “sono”.
    Chiamatemi per nome.

    questa è stata la poesia che più mi ha emozionato, forse l'emozione è stata più forte per come in aula abbiamo sentito queste poesie, penso che non avendo distrazioni in quanto non vedevo nulla, i miei sensi si sono concentrati tutti su ciò che stavo ascoltando, da farmi poi innamorare della poesia citata sopra.Penso che chi ha di questi problemi meriti molto di più, perchè rispetto a me riesce a vedere sicuramente il lato profondo di ogni cosa e quindi apprezza di più la vita.

    c'è un detto napoletano, che io non ricordo... ma che vuol significare ....che gli spari di parole fanno più male di quelli di pistola.... e penso che questo detto si affianchi benissimo alla poesia!
    Purtroppo un brutto vizietto dell'essere umano è quello di giudicare, giudicare .... ma se spesso anche a noi fa male, figuriamoci chi viene chiamato e quindi giudicato per quello che non ha o ha di diverso dalla norma.
    Io questa poesia la metterei per iscritta ovunque.
    Viviana Brino
    Viviana Brino


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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Viviana Brino Mar Apr 28, 2009 12:48 pm

    Giovedì scorso in aula,come tutti sapete,abbiamo fatto questa simulazione.....tutti bendati o con occhi chiusi ad ascoltare poesie scritte da persone disabili!il fatto di nn vedere nulla e riuscire cmq a percepire perfettamente il significato delle poesie,il dolore che esprimevano alcune e la voglia di vivere di altre mi ha colpito molto e sinceramente nn credo che se avessi avuto gli occhi aperti mi avrebbero colpito così.....sono rimasta affascinata da quei versi e così mi sono messa a cercarne altre e ho trovato una poesia molto bella di una donna disabile con la voglia di vivere di una ragazzina....che sogna e vola prima con la fantasia....poi con la concretezza dei suoi "passi" verso quello che l'aspetta nella vita.....nn conosco la sua situazione di disabile e nn m'interessa....qualunque tipo di disabilità abbaia io ammiro e stimo il modo in cui l'affronta....anche scrivendo solo una poesia che voglio condividere con voi....


    Vita
    di GIOVANNA PERSICO

    La vita…..
    una piccola parola..
    ma un grande significato…
    la mia vita.
    Un susseguirsi di eventi,
    eventi che hanno segnato tutto il mio percorso…
    tanti ostacoli da superare,
    tante sofferenze,
    ma anche il ricordo di un’infanzia
    nonostante tutto piena di gioia.
    E in tutto questo
    un grazie particolare ai miei genitori,
    Persone che non si sono arresi davanti a nulla…..
    Che hanno fatto sempre in modo
    di rendermi uguale a tutti gli altri ;
    Di non farmi mai sentire il peso della malattia.
    Io….
    una farfalla a cui sono state spezzate le ali,
    ma che nonostante tutto ha sempre volato..
    volato sulle ali della vita,
    una vita che non mi ha dato tanto,
    ma che ringrazio di avere
    e se un giorno…
    qualcuno mi chiederà…. sei felice?
    Oggi…domani e sempre dirò….
    si che lo sono
    e lo sono senza riserve, senza rancori,
    perché la vita….. la mia vita é sacra
    e ringrazio qualcuno sopra di noi per avermela data.
    Ho riso…. ho pianto…. ho gridato
    quando avevo la rabbia verso di lui,
    ma poi mi sono fermata…. ho pensato…ho riflettuto…
    E mi sono detta….. non ho le ali?
    Pazienza camminerò a piccoli passi…
    E questi passi li ho fatti,
    poco a poco ho percorso chilometri,
    ho assaporato la vita a piene mani,
    ho combattuto e vinto,
    ho conosciuto la gioia di essere madre,
    una gioia immensa ed infinita
    che non tutti possono assaporare….
    sono fortunata molto fortunata…
    ho avuto tanto!
    Oggi a 44 anni posso dire grazie….
    grazie della vita che mi e stata data,
    la mia vita……….
    un dono Speciale.


    Giovanna P.
    una persona disabile
    Ma con delle ali immense.
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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty simulazione

    Messaggio  monica alberico Mar Apr 28, 2009 1:35 pm

    Quando abbiamo simulato in classe di essere ciechi io non sapevo cosa sarebbe stato qnd ho messo la benda poi mi sono spaventata è stata per me un esperienza molto forte mi sentivo persa non sapevo cosa facevano gli altri c'èra solo buio intorno a me.Poi finalmente ho tolto l fazzoletto e il mondo ha preso forma.Purtroppo i non vedenti non possono fare lo stesso loro il buio lo vedono tutti i giorni e questo è orribile.Alberico Monica.
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    Messaggio  Maria Rosaria Avino Mar Apr 28, 2009 1:41 pm

    DURANTE L'ESPERIENZA DI SIMULAZIONE FATTA IN AULA MI SONO SENTITA INSICURA E SOLA;MOLTE PERSONE HANNO AFFERMATO CHE PUR NON VEDENDO HANNO PRESTATO MAGGIORE ATTENZIONE AI SUONI E ALLE PAROLE DELLE POESIE,PERSONALMENTE LA MIA ATTENZIONE ERA QUASI INESISTENTE,MI INFASTIDIVA NON POTER VEDERE IL TESTO O LA PROF. MENTRE LEGGEVA,MI HA INFASTIDITO NON POTER VEDERE L'OROLOGIO E TANTE ALTRE PICCOLE COSE...
    UN'ESPERIENZA CHE NON RIPETEREI VOLENTIERI
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    Messaggio  martina langella Mar Apr 28, 2009 1:48 pm

    giovedì in classe la simulazione con la benda sugli occhi è stata molto bella.All'inizio dopo un pò avevo una sensazione strana mi sembrava come se mi girasse la testa,poi quando la prof ha iniziato a leggerci le poesie mi son completamente immersa nell' immaginazione,pensavo a coloro che avevano scritto le poesie a ciò che in quel momento avessero provato ed ho sentito tanta sofferenza...tanta voglia di essere come gli altri ,o anche di essere accettati per ciò che sono.Mi è piaciuta molto la poesia di rebecca NON nella quale l'ultima frase mi ha toccata profondamente,dove dice"sono viva,e SOLA",e quella di sara "vorrei..potrei",entrambe ci comunicano la loro voglia di sentirsi accettate,di voler vivere e fare ciò che fanno gli altri,ma allo stesso tempo vorrebbero scappare,come se nn volessero vivere la realtà in cui si trovano,perchè è troppo dura da accettare come se fosse qualcosa troppo piu grande di loro.
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    Messaggio  laura curti giardina Mar Apr 28, 2009 1:58 pm

    mi ha colpito molto la poesia di sara vorrei,potrei.
    forse nessuno di noi sa cosa vuol dire essere felici trovandosi in dolorose condizioni,io ammiro queste persone perche'
    hanno una voglia di vivere che non abbiamo,il desiderio di combattere le ostilita' della vita.
    questo perche' solo chi convive con la tristezza sopporta meglio tutto nella vita.
    avessi io questa forza misteriosa,e forse non mi lamenterei per ogni piccolo problema.
    penso infine che la felicita' sia raggiungere la consapevolezza di esserci ,di sentirsi parte di qualcosa di meraviglioso
    come lo e ' la vita.
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    Messaggio  ilaria prota Mar Apr 28, 2009 5:02 pm

    Le poesie lette in aula erano come grida,come se le persone che le hanno scritte stessero chiedendo solo di fermarci,guardarli,capirli e non ignorarli.Noi sapevamo che una volta finita l'esercitazione avremmo continuato a vedere ma il pensiero va a chi vive sempre così,senza poter vedere cosa gli succede intorno,chi ha al suo fianco o di fronte,il volto delle persone che ama,non poter vedere il mondo,ma solo viverlo con l'aiuto degli altri sensi.Il tatto è probabilmente il senso che aiuta di più e che da sicurezza,come lo è stato il gesto di prendersi per mano e sentirsi più al sicuro e meno soli.
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    Messaggio  Immacolata Mar Apr 28, 2009 6:17 pm

    Io devo essere sincera non ho aperto mai gli occhi durante le poesie, i commenti delle ragazze, ma in un preciso momento ho sentito l'esigenza di togliermi la benda ed è stato nel momento in cui ho sentito ridere, non ce l'ho fatta a non sbirciare perchè credevo che qualcuno avrebbe beffato di me o che fossi l'unica persona ad essere ancora bendata. Ma nel momento in cui ho aperto gli occhi, ho notato che era solo una mia impressione e ci sono rimasta male, perchè con gli occhi chiusi avevo acquisito quella serenità che non mi sarei mai immaginata di provare, perchè di solito non preferisco chiudere gli occhi e lasciarmi andare, ma questa volta è stato diverso perchè si parlava di metterci nei panni dei non vedenti ed il solo tatto con la vicina di sedia mi dava sicurezza, forza. E' stata un'esperienza irripetibile. Per non parlare del momento in cui la prof ci leggeva le poesie, avvertivo addosso brividi che veniva dal profondo di me e non sono riuscita a trattere qualche lacrima...

    Ieri sera in radio ho ascoltato questa canzone di Lisa Minetti: Sempre



    La tenerezza, la nostalgia
    Il rimpianto, la poesia
    Quante cose sei questa sera tu
    Che sei lontano e non mi pensi più
    Son malata ormai
    Ma non m'importa di guarire sai
    è il dolore più sublime
    Quello che mi fa soffrire

    Sempre, sempre
    Quasi fino a diventare niente
    Illudendomi di scegliere
    Le parole di una scena che
    è la stessa da
    Sempre, sempre
    Quasi fino a diventare niente
    Solo amore se amore è
    Questo buio a cui non ci si abitua mai
    Questa luce nell'anima
    Che nessuno può comprendere

    All'infuori di te
    All'infuori di te

    Ti scrivo da una camera
    Nella semioscurità
    Da qui posso commuovermi di nascosto al mondo
    Al quale ormai mi sento estranea nel profondo

    L'immenso e il suo contrario
    Sono luoghi del mio cuore
    E sei tu ora quel mare
    Da cui mi lascio trasportare

    Sempre, sempre
    Quasi fino a diventare niente
    Solo amore se amore è
    Questo buio a cui non ci si abitua
    Questa luce nell'anima
    Che ancora splende
    Sempre, sempre
    Fino a farmi diventare niente
    Fino a farmi diventare niente

    Questa luce nell'anima
    Che nessuno può comprendere
    All'infuori, all'infuori di te
    All'infuori di te.

    Ricordo che da piccola la canticchiavo senza nemmeno dar peso alle parole, ma ora per me questa canzone ha un significato più profondo. Riascoltarla è stato come sentirla per la prima volta e capire la sensazione che la cantante prova.

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    Messaggio  Pirozzolo Alessandra Mar Apr 28, 2009 8:03 pm

    La simulazione della cecità è stata, a mio avviso, un' esperienza davvero forte! Appena ho messo la benda mi sentivo insicura, sensazione di mancanza d'aria, poi con il passare del tempo ho cominciato a dare più attenzione ai suoni ed a concentrarmi di più sulle parole che ascoltavo.
    Tutto questo mi ha aiutata a comprendere le difficoltà dei non vedenti e la loro dura realtà, alla quale spesso non diamo importanza non trovandoci nella situazione.
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    Messaggio  angela d\'oriano Mar Apr 28, 2009 9:32 pm

    in aula come tutti gli altri ero bendata ed ascoltavo delle poesie scritte da persone affette da varie sindromi..
    vorrei spiegare brevemente le mie sensazioni anche se sembra quasi inutile poichè tutti voi avete vissuto e condiviso con me la medesima esperienza.
    mentre ero bendata mi sono sentita quasi dividere in due poichè una parte di me aveva paura si sentiva soffocare ma soprattutto cercavo con tutta me stessa di immafginare il volto dei miei compagni che intervenivano nel dibattito, cercavo di capire ascoltando i passi e la voce della prof dove lei fosse.
    l altra parte di me invece quasi in maniera paradossale si sentiva sicura ,sicura di poter parlare a voce alta ed esprimere il mio pensiero sensa cadere nello sguardo di altre persone.
    a questo punto posso dire che forse ogni forma di disabilità rappresenta un grosso ostacolo ,dramma carnale e morale ma a mio parere la cecità è la peggiore poichè ti toglie una cosa importantissima...il gusto, il piacere di vedere il mondo accettandone cose belle e brutte...
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    Messaggio  CAROLINA ANDOLFI Mar Apr 28, 2009 10:32 pm

    Chiamatemi per nome

    Non voglio più essere conosciuta

    per ciò che non ho

    ma per quello che sono:

    una persona come tante altre.

    Chiamatemi per nome.

    Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto,

    una gioia da condividere.

    Anch’io ho pensieri, fantasia, voglia di volare.

    Chiamatemi per nome.

    Non più:

    portatrice di handicap, disabile,

    non vedente, non udente, cerebrolesa, tetraplegica.

    Forse usate chiamare gli altri:

    “portatore di occhi castani” oppure “inabile a cantare”?

    o ancora: “miope” oppure “presbite”?

    Per favore abbiate il coraggio della novità.

    Abbiate occhi nuovi per scoprire che,

    prima di tutto,

    io “sono”.

    Chiamatemi per nome.
    QUESTA è LA èPOESIA CHE HO SCELTO PERCHè è QUELLA CHE PIU DI TUTTE MI HA TRASMESSO FORTI EMOZIONI E POI SONO PAROLE BELLISSIME CHE RISPECCHIANO LA REALTA.PER QUANTO RIGUARDA L'ESPERIENZA FATTA IN AULA E' STATA MOLTO FORTE E CI HA AIUTATO A COMPRENDERE IN UN CERTO MODO ANCHE MINIMAMENTE LE SENSAZIONI DEI NON VEDENTI (ANCHE SE PER POCHI MINUTI),I QUALI NELLA LORO SFORTUNA HANNO LA POSSIBILITA' DI SVILUPPARE E UTILIZZARE A PIENO GLI ALTRI ORGANI DI SENSO.23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Blind%20123 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Sistema%20Louis%20Braille%2006-11-0423 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 IND-02-025
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    Flora Ciaramella


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    23 aprile simulazione e poesie - Pagina 3 Empty Re: 23 aprile simulazione e poesie

    Messaggio  Flora Ciaramella Mar Apr 28, 2009 10:54 pm

    Penso che questa simulazione mi abbia dato la possibilità,anche se in minima parte e per un tempo breve,di vestire i panni di una persona cieca.
    Questa esperienza però non riesco a viverla solo in modo negativo pensando a quanto sia difficile,ma la vivo anche in modo positivo.
    Il non vedere non sta a significare "non vivere".Attraverso gli altri sensi percepisci il mondo circostante in modo diverso,profondo prestando attenzione ad ogni particolare.
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    Messaggio  Ester Sabbatella Mar Apr 28, 2009 11:15 pm

    Innanzitutto vorrei dire che quella simulazione è stata un'esperienza molto significativa: mi sentivo così strana,quando le mie colleghe parlavano istintivamente mi giravo per vederle ed era strano,essendo bendata, non vedere la loro espressione visiva.Per mezz'ora mi sono immedesimata nelle persone affette da cecità.
    Poi ho visto il video che Serena Sorrentino ci ha proposto di vedere ed è stato molto commovente soprattutto quando una bambina ha citato la seguente frase:. Io penso che è vero che queste persone sono diverse da noi, ma solo perchè hanno una malattia e non perchè non provano gli stessi nostri sentimenti, anzi loro amano e sognano come noi, proprio come recita la poesia di Rebecca. Inoltre mi è piaciuta la poesia intitolata "chiamatemi per nome " dove Gianni Scopelliti chiede di essere connosciuto non per quello che non ha ,ma per quello che è in quanto anche lui sorride ,piange come noi "normali".Ed infine scrive :. Che bello...

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