Pirozzolo Alessandra Mar Apr 07, 2009 6:29 pm
Come si evince anche dal video la sindrome di down non è una malattia ma una manifestazione genetica.
Diversamente che in passato quando la maggior parte dei soggetti Down veniva ricoverata in speciali istituti, oggi la tendenza è di avviarli al trattamento riabilitativo ed inserirli in un normale corso di studi, finalizzato allo svolgimento in autonomia di alcune attività lavorative.
I bambini down possono imparare, sia pure in misura che dipende dalla gravità della loro sintomatologia, ad effettuare le attività svolte normalmente dagli altri bambini, come giocare, parlare, costruire, praticare sport, anche se ciò richiede tempi di apprendimento più lunghi.
Riguardo alla scelta se abortire o meno quando si viene a conoscenza della possibilità di avere un bambino down non mi sento di giudicare in maniera positiva o negativa, ma di una cosa sono certa non mi piacerebbe un mondo che insegue la perfezione, un mondo di persone tutte uguali e che non sa apprezzare o anche solo accogliere la diversità. Solo che penso che debba rimanere la possibilità di scegliere se volere affrontare una vita con un figlio " diverso " o no.
A tal proposito posto questo articolo di giornale che mi ha particolarmente colpita
Chirurgia plastica per i bambini Down
Il caso di Ophelia accende il dibattito in Inghilterra. I genitori favorevoli all'intervento. Le associazioni protestano
LONDRA - Ophelia Kirwan ha due anni, i suoi genitori fanno i medici, sono molto benestanti - abitano a Knightbridge, una delle zone più esclusive di Londra - e ha due sorelle più grandi. Sembra l'inizio di una bella favola metropolitana, non fosse che Ophelia è affetta dalla sindrome di Down. E i suoi genitori, per correggere i difetti dei lineamenti tipici di chi soffre di questa malattia, hanno deciso di sottoporla a una serie di interventi di chirurgia plastica suscitando un aspro dibattito.
«Non è giusto che Ophelia, e altri nella sua stessa condizione, vengano giudicati dalle loro apparenze, e magari scartati per un lavoro che invece possono benissimo svolgere», dice Chelsea, la madre di Ophelia. «È una questione di autostima: se c'è qualcosa del tuo corpo di cui non sei felice, perché non correggerlo?», dichiara ancora Chelsea, che così conclude: «Tutto quello che voglio è che Ophelia sia felice». Ma se il dibattito riguardo l'opportunità o meno della chirurgia estetica è in sè oramai un poco polveroso, l'eventualità di esporre a dolorose operazioni una bambina di due anni solo perché «diversa» rispetto ai canoni imposti dalla società è molto più scottante. La madre delle domande, suggerisce il tabloid «Daily Mail», è in verità la seguente: l'oggetto della questione è la felicità dei bambini o il desiderio dei genitori di avere dei figli più normali?
«Il solo pensiero di permettere che aprano la faccia a tuo figlio per cercare di renderlo più accettabile da parte della società è terribile», denuncia Rosa Monckton, madre di una ragazzina Down, moglie di un ex direttore del «Sunday Telegraph» e - sopratutto - buona amica di Lady D. Una voce dei «quartieri alti», dunque. «Forse questi genitori stanno facendo fatica ad affrontare lo choc - perché di choc si tratta - di scoprire che tuo figlio non sarà mai come ti aspettavi». Una visione assolutamente condivisa dalla «Associazione britannica Sindrome di Down», che anzi si spinge un po' più in là, mettendo in evidenza come il dolore e il disagio patito da una bambina di due anni - che non ha ancora coscienza della propria condizione - possa addirittura configurarsi come un violenza. Critiche, però, respinte del tutto dai genitori di Georgia Bussey, che sotto i ferri del chirurgo c'è finita a cinque anni. «Viviamo in una società che giudica le persone dalla loro apparenza, e queste sono cose che non cambiano nel giro di una notte», ha detto Kim Bussey, la madre di Georgia. «Così è Georgia a doversi adattare ala società piuttosto che il contrario: chi ci critica spesso parla senza avere dei figli Down». «Io non sto cercando di nascondere la sua condizione - incalza - ma di aiutarla ad avere una vita normale: so come sono i ragazzini, ad esempio, e non voglio che venga presa in giro a scuola».
Cosa ne pensate?